Due voti importanti sulla trasformazione digitale dell’Europa sono arrivati ieri da Bruxelles. Il primo arriva dal Consiglio Ue e riguarda i finanziamenti per la digitalizzazione. Il secondo arriva dalla commissione Cultura del Parlamento europeo e riguarda una norma ad hoc per la difesa pluralismo delle diversità culturali europee nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Entrambi gli atti dovranno passare al vaglio del Parlamento europeo.
I fondi per l’Europa digitale
La prima approvazione, quella del Consiglio Ue che riguarda i fondi, riguarda il programma “Europa digitale“. Il piano ha l’obiettivo di stimolare la trasformazione digitale fornendo finanziamenti per l’introduzione di tecnologie all’avanguardia in settori cruciali quali l’intelligenza artificiale, il supercalcolo e la cybersicurezza.
Una rete di poli europei dell’innovazione digitale fornirà alle imprese, in particolare le PMI, e alle pubbliche amministrazioni accesso alle competenze tecnologiche. Questi poli riuniranno, da un lato, l’industria, le imprese e le amministrazioni che hanno bisogno di nuove soluzioni tecnologiche e, dall’altro, le imprese che dispongono di soluzioni pronte per il mercato. Grazie all’ampia copertura geografica in tutta Europa, i poli svolgeranno un ruolo centrale nell’attuazione del programma.
Con un cospicuo bilancio pari a 7.588 milioni di euro, il programma coprirà il periodo 2021-2027. Con il voto avvenuto ieri (16 marzo), il Consiglio ha adottato la sua posizione in prima lettura. L’atto giuridico deve ora essere adottato dal Parlamento europeo in seconda lettura prima di essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE.
Europa digitale finanzierà progetti in cinque settori, ognuno con la propria dotazione finanziaria indicativa: calcolo ad alte prestazioni (2.226.914.000 euro) intelligenza artificiale (2.061.956.000 euro), cybersicurezza e fiducia (1.649.566.000 euro), competenze digitali avanzate (577.347.000 euro) e attuazione, impiego ottimale delle capacità digitali e interoperabilità.
“Capacità digitali rafforzate apporteranno un reale valore aggiunto ai cittadini dell’UE, a maggior ragione se si considera che la pandemia globale non accenna ad allentare la sua presa. Non sappiamo quando l’esperienza della COVID-19 giungerà a termine, ma è chiaro che i servizi digitali stanno diventando un motore fondamentale della nostra crescita economica e che il ruolo delle tecnologie digitali diventerà ancora più importante. È inoltre evidente che il settore digitale svolgerà un ruolo cruciale nella ripresa economica post-COVID-19, il che rende il programma Europa digitale un elemento essenziale del piano per la ripresa”
Peter Altmaier, ministro federale tedesco dell’Economia e dell’energia, presidente del Consiglio
Le linee guida sull’intelligenza artificiale
Per quanto riguarda il voto in commissione Cultura ed Educazione, invece, sono state approvate le linee guida sull’intelligenza artificiale.
«Dovrà essere regolata e sviluppata in modo che protegga la non-discriminazione, la parità di genere, il pluralismo e la diversità linguistica», si legge nel documento approvato ieri (16 marzo) con 25 voti favorevoli 4 astenuti e nessun contrario.
Gli eurodeputati chiedono una regolamentazione ad hoc a difesa del pluralismo, promuovendo le differenze culturali e linguistiche europee nel mondo digitale. Il testo è atteso ora alla plenaria del Parlamento europeo per l’ok definitivo.
«Abbiamo lottato per decenni per ottenere i nostri valori di inclusione, non discriminazione, multilinguismo e diversità culturale che i nostri cittadini vedono come parte essenziale dell’identità europea. Questi valori devono essere riflessi nel mondo digitale dove gli algoritmi e l’intelligenza artificiale sono usati sempre più frequentemente», ha detto l’eurodeputata tedesca Sabine Verheyen (Ppe) relatrice della commissione.
Gli eurodeputati chiedono di stabilire una cornice etica su come le tecnologie dell’intelligenza artificiale verranno usate dai media e nelle scuole in Europa per proteggere il pluralismo e difendere i cittadini dalla disinformazione e garantire ai professori di mantenere sempre l’ultima parola sulle decisioni educative e la possibilità di correggere le decisioni prese dai computer nell’ambito dell’insegnamento.