In occasione della presentazione del rapporto annuale dell’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) circa l’impatto della Legge di Bilancio sugli obiettivi dell’Agenda 2030, la linea di Governo sembra essere compatta: sia Roberto Fico, attuale Presidente della Camera, che Elena Bonetti, Ministro alle Pari Opportunità e Famiglia, hanno sottolineato l’importanza di considerare lo sviluppo sostenibile come volano di un nuovo assetto programmatico, funzionale per la ripresa del Paese.
“La crisi ha inciso negativamente sul capitale economico, umano e sociale. Ha infatti ridotto la capacità produttiva, gli investimenti, i redditi. Ha inciso su disoccupazione e sottoccupazione, nonché su scuola, università ed attività formative. E ha ridotto tutte le forme di interazione e relazione. Ancor di più davanti a questa situazione, l’attuazione della Agenda 2030 è un’occasione irripetibile per rilanciare in modo stabile e su nuove basi il nostro modello di sviluppo, prendendo atto dell’insostenibilità e della iniquità di quello attuale sul piano ambientale, economico e sociale”
Roberto Fico, Presidente della Camera
Il ruolo dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata il 3 febbraio del 2016, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarli alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) mediante:
- lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientando a tale scopo i modelli di produzione e di consumo;
- l’analisi delle implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’Agenda per lo sviluppo sostenibile;
- il contributo per la definizione di una strategia italiana mirata al conseguimento degli SDGs (anche utilizzando strumenti analitici e previsivi che aiutino la definizione di politiche per lo sviluppo sostenibile) e alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi dell’Italia verso gli SDGs.
Il suo impegno si concretizza in obiettivi specifici quali:
- sensibilizzare gli operatori pubblici e privati, la pubblica opinione e i singoli cittadini sull’Agenda per lo sviluppo sostenibile, favorendo anche una conoscenza diffusa delle tendenze in atto rispetto agli SDGs e di quelle attese per il futuro attraverso l’impiego di tutti i mezzi di comunicazione;
- proporre politiche volte al raggiungimento degli SDGs ed esprimere opinioni riguardo a possibili interventi legislativi, con particolare riferimento al superamento dei divari esistenti tra le diverse regioni del nostro Paese e delle disuguaglianze tra i diversi gruppi socio-economici;
- promuovere un programma di educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni;
- stimolare la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo sostenibile, promuovendo la diffusione di buone pratiche sviluppate all’estero e in Italia e di proposte innovative che vengono dal sistema della ricerca per favorire la sperimentazione su scala locale e nazionale, l’adozione da parte delle imprese e della pubblica amministrazione;
- contribuire alla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli Obiettivi in Italia, con riferimento anche a gruppi di stakeholder specifici (imprese) e a contesti territoriali locali (comunità e città), valorizzando al massimo i sistemi esistenti, quali gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES);
- promuovere lo sviluppo di strumenti analitici utili per valutare l’impatto delle politiche economiche, sociali e ambientali e ridurre al massimo i costi della transizione alla sostenibilità, individuando i trade-off esistenti tra diverse politiche e proponendo interventi per renderli più favorevoli.
Il ruolo dell’empowerment femminile
Il Ministro Elena Bonetti, nel suo intervento, ha sottolineato che “l’empowerment femminile è elemento necessario per l’attivazione di uno sviluppo sostenibile, che richiede una visione strategica di prospettiva e non semplicemente l’azione affiancata di diversi interventi”.
“La parità di genere” ha continuato “è una scelta di metodo che strutturalmente e in modo trasversale deve abitare non solo la redazione del nuovo piano per il Next Generation EU ma il nostro vivere sociale. Solo se noi sapremo mettere tutte le persone, donne e uomini, nella possibilità di esercitare la propria energia potenziale, il proprio contributo al vivere collettivo avremo un sistema che sarà capace di ottimizzare il proprio risultato”.