La tecnofinanza è in crisi: dal Regno Unito una proposta per rilanciare il fintech

Brexit, pandemia Covid-19 e successive varianti e il Regno Unito inizia a temere il contraccolpo, a partire dal cuore pulsante delle city e dei suoi colossi economici; come ad esempio perdere la sua centralità nel settore fintech.

La tecnofinanza (in inglese, appunto, fintech) indica la fornitura di servizi e prodotti finanziari erogati attraverso le più moderne tecnologie messe a disposizione dell’ICT e da internet.

Sul piano della finanza globale, già agli esordi della Brexit molte banche e istituzioni finanziarie hanno spostato centinaia di dipendenti all’interno dell’Unione Europea.

Una situazione che ha portato il Regno Unito a correre ai ripari.

Le proposte

La commissione indipendente guidata da Ron Kalifa, ex CEO di Worldpay, mira a blindare, supportare e stimolare la crescita del fintech britannico (che pesa per oltre il 10% nel mercato globale). Il settore vale più di 11 miliardi di sterline all’anno sull’economia del Paese, secondo dati del Tesoro.

“Dobbiamo continuare a coltivare la nostra cultura delle start-up, ma soprattutto dobbiamo anche fornire alle nostre aziende in forte crescita il sostegno per diventare giganti globali”

Ron Kalifa
Ron Kalifa (photo courtesy by Bank of England)

Partendo da questi presupposti, il team guidato da Kalifa ha proposto al Governo britannico l’introduzione di un visto finalizzato agli operatori del mondo fintech, maggiore supporto normativo alle aziende in crescita, miglioramento delle regole di quotazione in borsa, creazione di un fondo da 1 miliardo di sterline e di un Centre for Finance, Innovation and Technology per stimolare la crescita delle aziende del settore.

La risposta del Governo, che valuterà la messa in pratica delle proposte, non si è fatta attendere. “Il settore fintech è una delle grandi storie di successo del Regno Unito e ci aiuterà a cogliere nuove opportunità in tutto il mondo”, ha affermato il Ministro delle Finanze Rishi Sunak. “Il Regno Unito deve migliorare la propria reputazione globale per la promozione di start-up innovative e garantire che le aziende possano accedere al talento, ai finanziamenti e al supporto di cui hanno bisogno”, ha aggiunto il ministro.

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