Aiutare le piccole e medie imprese nel campo dell’innovazione e sviluppare l’industria 4.0 in Campania. Questi gli obiettivi del Campania Digital Innovation Hub, organismo promosso dall’intero sistema campano di Confindustria unitamente all’Ance regionale, finalizzato a promuovere, in raccordo con la Federico II e tutto il sistema universitario campano, la trasformazione digitale delle imprese, il trasferimento tecnologico, l’innovazione e la ricerca. Da alcuni giorni il Campania Digital Innovation Hub si è dotato anche di un comitato scientifico. Un passaggio importante per promuovere ancora di più l’innovazione tra le imprese campane. A guidare l’organismo, già dal novembre 2018, è Luigi Nicolais, già presidente del Cnr e ministro della Funzione Pubblica e dell’Innovazione nel governo Prodi.
Professore, quali sono gli obiettivi del Campania Digital Innovation Hub?
«Lo scopo dell’organismo, nato sotto il ministero Calenda, è quello di accelerare la trasformazione digitale nelle medie e piccole imprese. Le grandi imprese sono pronte, mentre più difficile sia economicamente che culturalmente portare la nuova rivoluzione industriale nelle aziende più piccole. Siamo partiti subito coinvolgendo l’Università, ma in attesa della creazione del centro di competenza universitario, abbiamo lavorato con le imprese locali. L’approccio che abbiamo utilizzato è quello di creare rapporti e collegare le grandi imprese con quelle più piccole, aiutando così quest’ultime ad adeguarsi all’innovazione. Lo abbiamo fatto, ad esempio, subito con Leonardo e con i loro subfornitori. Siamo stati ben supportati da Confindustria e abbiamo il nostro ufficio nella sede dell’Unione industriali. Da qui ora stiamo coordinando il lavoro per l’European digital innovation hub, il progetto europeo per creare una rete di innovazione che colleghi l’intero continente».
Si è insediato da poco il comitato scientifico, quali obiettivi ha?
«È un traguardo molto importante. All’interno del comitato sono inserite varie competenze. L’uso delle nuove tecnologie e l’approccio all’innovazione variano molto a seconda dei settori. Per questo il comitato scientifico ci aiuterà ad approfondire più dettagliatamente i vari settori di sviluppo. Per questo nel comitato sono rappresentate diverse competenze così da orientare meglio le attività».
Sui temi dell’innovazione la Campania ed il Sud sono ancora in ritardo?
«Purtroppo sì. Le grandi imprese si sono adeguate come il resto d’Europa, mentre le piccole e medie imprese fanno ancora fatica. Non solo per gli aspetti economici, ma soprattutto culturali. La trasformazione che ha portato l’innovazione nel nostro mondo non è solo tecnologica ma anche sociale e qui c’è una certa resistenza nell’approcciare a questo mondo nuovo. L’obiettivo del nostro organismo è proprio quello di permettere alle piccole e medie imprese campane di superare queste resistenze e di approcciarsi all’innovazione con voglia di scoprire i vantaggi che se ne possono trarre».